In Italia,Sorelle Ministre

Professione Perpetua

“E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi” (1Gv 4,16)

Conoscere l’amore è riconoscere l’Amore che ti interpella profondamente, chiedendoti di condividere sempre un po’ di più la sua vita. Il mio ultimo “sì”, nella Professione Perpetua celebrata lo scorso sabato, è risposta a questo invito. Il percorso che mi ha portato qui è partito da Castelletto Sopra Ticino, dove sono cresciuta con la mia famiglia e dove ho sperimentato una ricca esperienza di oratorio, ma ha attraversato più volte i confini italiani, con diverse esperienze missionarie nate dal desiderio di condividerla fede che stavo scoprendo e quel Signore che è venuto non solo perché noi avessimo la vita, ma perché avessimo “vita in abbondanza”. Proprio “al di là dei confini”, in Perù, ho avuto la possibilità di conoscere le Sorelle Ministre della Carità, scoprendo una forma di incarnare il Vangelo, che nella fraternità e nel servizio hanno risuonato anche in me come familiari, come sentirsi a casa, quella casa che non è data da un luogo specifico, ma dal come si “abita” la vita. Quando da lassù, sulle Ande, ho avuto la possibilità di riguardare il cammino che mi aveva portato fino a lì, ho intravisto il filo rosso di quel Signore che accompagna sempre con la sua Provvidenza, senza lasciare nulla al caso, che non mi stava chiedendo nuove cose da fare, ma che quella disponibilità data per un tempo diventasse dono totale a Lui. Così il viaggio è stato verso Novara ed è iniziato il tempo della prima formazione: Postulato, Noviziato, poi la Prima Professione, sempre qui a Trecate, nel 2012, e la Professione Perpetua, il 3 febbraio.
La liturgia della Professione Perpetua è molto ricca, nelle parole e nei segni, sottolineando la continuità con la consacrazione del Battesimo, propria di tutti i cristiani, indica poi la specificità della vita consacrata. La proposta è quella di una misura alta della vita, che davvero va al di là di ciò che l’uomo, solo con il suo sforzo può realizzare; la possibilità è solo nel cambiare il punto di vista: “Dio, che ha iniziato in te questa opera buona, la porti a compimento”: ogni cosa parte dall’affidarsi, dal consegnarsi a Colui che ha chiamato a sé. L’assemblea è stata invitata a pregare, invocando l’intercessione dei santi, accompagnando il momento della Professione, con i voti di castità, povertà ed obbedienza consegnati nelle mani di Madre Marilena, la promessa di osservare le Costituzioni e l’affidamento alle sorelle. La Benedizione solenne ripercorre la storia della salvezza fino ad arrivare all’oggi, alla specifica chiamata al servizio, nella libertà del cuore, al “lasciare” perché possa risplendere il volto di Cristo, ad uno sguardo profetico che sappia riconoscere qui ed ora l’azione di Dio. Seguono i segni: l’anello, ad indicare il parallelo con le nozze, come “sposa dell’eterno Re”, e promessa di fedeltà a Colui che per primo è fedele; a seguire la consegna del crocifisso, con un’indicazione precisa: “guardalo bene”, perché il momento più alto del dono di Dio, possibilità di salvezza per l’uomo, sia costante richiamo ad una risposta d’amore in Cristo, ai fratelli; la luce, segno di un impegno, quello di portare la Sua luce.
Tutta la liturgia della Professione, all’interno della Celebrazione Eucaristica, è davvero un rendere grazie, al Signore, che con pazienza, nella sua misericordia, mi ha condotto a sé, e ai tanti chi, nel tempo, si è fatto suo strumento, perché la sua Parola potesse giungere anche a me.
Consegno anche a voi la mia preghiera di affidamento a Maria, chiedendo a Colei che per prima ha accolto e portato il Figlio di Dio tra gli uomini di custodire il nuovo cammino che si apre:

Mi rivolgo a te mentre ti contemplo così,
Madre di Misericordia,
che sotto il tuo manto
raccogli ed accogli l’umanità intera.
Insegnami, o Maria,
a vivere in quella tua stessa posizione,
il camminare tra gli uomini con occhi attenti,
capaci di cogliere gioie e ferite;
il custodire ciascuno in un cuore che si fa spazio,
perché abitato dal Figlio;
il portare ognuno a quell’unico Signore
che è Vita in abbondanza.
A te, Maestra nella fedeltà, affido i miei passi,
il mio sì di oggi e di ogni giorno,
perché anche la mia vita possa raccontare
la grandezza di un Amore
che cerca e sceglie nei piccoli
il suo tesoro più prezioso. Amen.

Sr Elena M.