In India

Emergenza in Kerala

La durata eccezionale dei monsoni, con le piogge che ancora minacciano di riprendere con forza, la decisione di aprire le dighe ormai quasi colme, ha causato gravissimi allagamenti nello stato del Kerala, nel sud dell’India. Gli sfollati sono più di 200.000, il numero delle vittime cresce giorno dopo giorno, molti centri sono isolati, l’aeroporto internazionale di Kochi è stato chiuso.

Per giorni il livello dell’acqua ha continuato a salire, favorito dal territorio prevalentemente pianeggiante, la corrente elettrica e l’acqua potabile hanno iniziato a scarseggiare ed è stato inevitabile lasciare le abitazioni  cercando rifugio in zone non ancora raggiunte dall’acqua. Non tutti si sono immediatamente spostati, magari confidando di trovare rifugio nel secondo piano delle abitazioni, ma ora il livello dell’acqua è giunto anche fino a lì e l’unica speranza rimangono i soccorsi da parte degli elicotteri o delle imbarcazioni che, con difficoltà, si fanno strada tra le piante di cocco. Le famiglie si sono separate e la fragilità della rete di comunicazione unita alla frequente impossibilità di ricaricare i cellulari rende difficile mantenere i contatti.

Anche le nostre comunità sono state raggiunte dall’emergenza. A Thuruthipuram, città sulle rive del fiume Periyar, la nostra comunità è stata allagata, è ora raggiungibile solo in barca.

Nella scuola di Palarivattom le sorelle hanno iniziato, da qualche giorno, ad accogliere chi ha lasciato la propria casa; in poco tempo sono arrivati in molti, circa 300 persone sono ora ospitate a scuola, mentre si è attivata una rete di famiglie nelle vicinanze che hanno aperto le porte delle proprie abitazioni. Non è semplice la gestione di tante persone, si sono attivati per questo un gruppo di volontari, ai quali si è aggiunto il supporto della polizia e dei medici. Anche qui l’acqua potabile sta diventando un bene prezioso, sono arrivati i rifornimenti con l’autobotte e con i secchi si raccoglie l’acqua piovana.

In comunità non arrivano solo i poveri, anche persone che hanno case grandi, di più piani, hanno dovuto lasciarle. Nell’emergenza tutti sono insieme. Accanto al supporto materiale, è necessario anche quello spirituale; le voci si uniscono in preghiera e salgono verso il cielo.

L’India intera si sta mobilitando, inviando anche il supporto dell’esercito, ma nei giornali e nei telegiornali al di là dei confini sono poche le notizie che vengono riportate sull’emergenza che il Kerala sta vivendo.

Riceviamo notizie dalle nostre sorelle che ci aggiornano sulla situazione, chiedendo in primo luogo il supporto della nostra preghiera.

Estendiamo a tutti l’invito ad unirsi nella preghiera: il Signore sostenga con la sua presenza tutti coloro che hanno lasciato le proprie case, i familiari che, lontani, sono nell’apprensione; accompagni chi attende di essere condotto in luoghi sicuri, le nostre sorelle e tutti coloro che offrono il loro prezioso supporto.