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Music in Wonderland!

Music in Wonderland… ovvero Musica, Fantasia e Avventura, nel Paese delle Meraviglie! Sono questi gli ingredienti del Camp che nei primi giorni di luglio ha coinvolto in un clima unico di amicizia alunni, ex-alunni e amici della Scuola San Vincenzo a Vanzone. Difficile raccontare in poche parole l’esperienza vissuta, ma Marco chi ha provato:

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“L’ultimo giorno è sempre il più pesante… sveglia presto, colazione veloce, tavoli da spostare, tavoli da apparecchiare, una chiesa da preparare, bambini e ragazzi che ti abbracciamo e salutano, qualche lacrima… Neanche il tempo di accorgersene, insomma, e si sta già smontando tutto, questa volta definitivamente. Si vorrebbe restare ma alla fine si saluta, si sale in macchina, si esce dal cancello e ci si addormenta. È solo la sera, a casa, nel silenzio che per giorni si è dimenticato, col cuore pervaso da una lieta malinconia, che si ripensa all’esperienza appena passata, che si ripensa a Vanzone. Lo aspetti un anno, lo prepari un mese, arriva e in un’istante se ne va. Ogni volta inafferrabile, intrattenibile, unico, ogni volta nuovo e sorprendente. Perché, in fondo, Vanzone è proprio questo: un solo, breve, intenso attimo di meraviglia. Meraviglia perché qualcuno arriva, scende dall’auto, e abbraccia la casa, meraviglia perché in un anno nulla sembra cambiato, tutti ripartono da dove si erano lasciati, meraviglia perché qualcuno ti vede e ti abbraccia, meraviglia perché lo abbracci anche tu, meraviglia perché insieme si ride, si gioca e si fatica, meraviglia perché si suona, si balla e si canta, meraviglia perché sinceramente si prega, meraviglia perché alla fine, lì, in quel paesino, in quella casa, con gente che vedi per pochi giorni all’anno, semplicemente sei felice. E questa meraviglia fa paura, perché a Vanzone, insieme ad altri, attorno ad un fuoco che speri di non lasciare, guardando una fiamma e desiderando possa ardere per sempre, ti accorgi che la felicità è una cosa semplice, troppo e sai che così semplicemente, così genuinamente autentica, difficilmente, la ritroverai. Mi si chiede di raccontare di Vanzone ma io più di così non posso e oso fare. Raccontare qualcosa, racchiuderla in parole, significa cristallizzarla, conservarla, fissarla, ma Vanzone non può essere fissato, non può e non deve essere conservato. Vanzone vive nel cuore di coloro che lo vivono, cresce e cambia con coloro che cambiano e crescono con lui. Vanzone non è qualcosa da conservare, ma qualcosa da donare. Vanzone è un siamo e un saremo collettivo, una promessa fatta e già nell’immediato mantenuta. Vanzone è un grande grazie, un grazie ad ogni ragazzo e bambino che lo sceglie, ad ogni animatore che lo anima, ad ogni adulto che lo difende. Ma Vanzone non è sterile, non è fine a sé stesso; Vanzone è la prova che Vanzone è possibile, che nella vita di tutti i giorni possiamo sceglierlo, è quella piccola luce che mi e ci ricorda che, a prezzo di fatica, a prezzo dell’amore, il bene non è difficile, è possibile. E chiedo ora scusa se in tante parole nulla di concreto è stato detto, se di quello che effettivamente accade a Vanzone nulla è stato raccontato, ma più che un racconto questo, forse, involontariamente, è diventato un invito. Tornate, se già ci siete stati; venite, se ancora non siete venuti; scoprite, se queste sono più che semplici parole. Noi saremo lì, forse stanchi ma con il sorriso, ad aspettarvi, saremo pronti ad accogliervi in quella che speriamo possa diventare, così come per noi è stato, una casa, una famiglia.”