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Relief camp

St.Vincent de Paul convent relief camp

... un campo di soccorso in convento...

Nell’Agosto 2018 lo stato del Kerala ha vissuto i giorni più neri e tristi della sua storia. La pioggia abbondante ha distrutto quasi tutta la bellezza e richezza del Kerala. Le dighe non riusciavano contenere tutta l’acqua che veniva dai fiumi, cosi sono state aperte. Ci sono tante polemiche su questo fatto: i politici dicono che per evitare il disastro era necessario far uscire l’acqua poco per volta nei mesi precedenti, non arrivando a riempire le dighe, ma questo non è stato fatto e in tanti hanno vissuto giornate bruttissime: in tanti hanno perso i loro parenti, case e tutto ciò che contenevano, terreni, coltivazioni, etc… I militari e le altre persone che sono arrivate per i soccorsi sono passati dall’autostrada con le barche ed in tanti sono annegati non nel fiume ma proprio nelle strade,… cose che non avevamo mai sentito né vissuto! Persino un fiume ha cominciato a scorrere in un altra strada, facendo diventare la situazione più pericolosa. Alcune case di due piani sono state completamente sommerse, alcune sono state spostate dalla forza dell’acqua e altre sono completamente distrutte, perciò la maggior parte della gente è dovuta scappare dalla propria casa. Il problema è stato anche che molti non potevano nemmeno camminare perché la corrente dell’acqua non lo permetteva: la forza dell’acqua portava indietro i passi, cosi in tanti hanno rischiato la vita. In più non c’era elettricità, non si poteva usare il cellulare e nessun altro mezzo di comunicazione funzionava. La conseguenza è stata che le persone sono salite al secondo e terzo piano delle case che iniziavano a riempirsi d’acqua sono rimaste isolate e senza luce, acqua, cibo, bagni, il necessario per vivere. In tanti si sono salvati grazie all’aiuto delle persone di buona volontà e dei militari. I primi giorni i militari non potevano fare più di tanto perché non sapevano bene come trovare le persone. La gente comune ha provato a portare soccorso, ma non è stato possibile per chi non aveva familiarità con l’acqua: non riuscivano ad andare contro corrente; chi ha salvato più vite, più anche dei militari, sono stati i pescatori con le loro imbarcazioni.
Vedendo il telegiornale abbiamo capito che la situazione stava diventando molto pericolosa, allora Sr. Elsy ha detto alle sorelle che se conoscevano qualcuno che non sapeva dove andare l’avrebbero accolto… E così è iniziato questo campo di soccorso. Primo giorno c’erano solo 34 persone, però il giorno dopo sono iniziate ad arrivare una grande quantità di persone e ci siamo spaventate perchè non sapevamo come poter fare. La maggior parte sono arrivati a casa nostra bagnati, spaventati, affammati, tristi,… piangevano come se fosse bambini piccoli perché avevano perso tutto quello che avevano guadagnato con una vita etc… non avevano nemmeno un vestito di ricambio. Noi suore che cosa potevamo dare per tutta questa gente? In un attimo però il Signore è intervenuto in un modo incredibile, quello che abbiamo sperimentato era difficile da credere per la nostra poca fede e il pensiero molto umano.
La gente ospitata nella nostra casa di Palarivattom veniva da diverse parte di Eranakulam. Pizhala, Koonamav, Varappuzha, Kognorppilly, Vaduthala, Chednamangalam, Gothuruthu, Karignamthuruthu etc.. Si sono registrate al nostro campo di accoglienza più di 1500 persone. Nella nostra casa c’erano 386 persone provenienti da 108 famiglie. Abbiamo poi sistemato per l’accoglienza una libreria che c’è vicino alla nostra casa ed abbiamo usato due scuole, una della parrochia e uno dello stato, cosi ogni giorno più di 600 persone facevano colazione, pranzo e cena a casa nostra, mentre per altri abbiamo fatto arrivare il cibo nei centri dove si trovavano. Solo il primo ed il secondo giorno abbiamo cucinato il cibo a casa nostra, poi hanno cominciato ad arrivare tanti giovani e tante buone persone come volontari e… non sappiamo come né da dove ma è cominciato ad arrivare tutto ciò che la gente aveva bisogno: vestiti, dentifrici, sapone, shampoo, assorbenti, il necessario per i bambini più piccoli, etc … qualsiasi cosa che avessimo bisogno, nel momento stesso arrivava a nostra disposizione.
I volontari erano più di 75, perciò abbiamo fatto un incontro con loro e li abbiamo divisi in diversi gruppi: chi pensava ad organizzare i pasti, chi al servizio a tavola, chi a dividere e distribuire i vestiti, o a far arrivare l’acqua, a far venire i medici e le medicine, alla distribuzione delle cose,… Ogni gruppo di volontari ha svolto proprio bene il proprio compito, perciò tutto è andato molto bene e tranquillamente. Il governo ha chiesto di ospitare due volontari ogni notte, e così è stato.
Siamo stati fortunati anche perché abbiamo avuto tanti tipi di aiuto da parte di medici, ad esempio un signore che abbiamo accolto ed aveva bisogno dell’ossigeno non ha avuto grossi problemi. Comunque ogni giorno c’erano i medici, anche quello ayurvedico, omeopatico ect…
Da parte nostra abbiamo cercato di aiutare la gente anche spiritualmente. I primi tre giorni abbiamo fatto l’adorazione continua giorno e notte, interrompendo solo per la Celebrazione della Messa. In altri giorni l’adorazione è stata solo durante il giorno, c’è stata la possibilità di confessarsi, un’altra volta abbiamo invitato un sacerdote molto conosciuto in diocesi per fare un incontro di sostegno morale e spirituale. Lui ha cercato di infondere coraggio per affrontare questa situazione, spiegando anche bene che cosa avrebbero trovato tornando a casa, e la necessità di non spaventarsi e demoralizzarsi, perché con la buona volontà, e, certo, lavorando duramente, sarà possibile recuperare quanto perso. Ha dato tanta speranza … in tanti hanno ringraziato per aver avuto un’occasione di questo genere.
La cosa piu’ bella che abbiamo organizzato sono stati i giochi con i bambini. Veramente all’inizio non avevano voglia di fare niente perché alcuni erano ancora spavantati. Una bimba di 8 anni raccontava che camminava dietro il papà che teneva in braccio il fratello piccolino, lei lo seguiva tenendolo dalla camicia, solo che ad un certo punto ha perso il papà ed è finita sott’acqua; un’altra era spaventata perché mentre camminava nell’acqua un serpente le è passato vicino, … e tante storie simili, perciò non avevano voglia di giocare. Però dopo aver cominciato i giochi con pochi bambini, sono iniziati ad arrivare anche gli altri, e anche i genitori si sono divertiti, tutti quanti per un attimo hanno dimenticato tutte le pene e le sofferenze. Subito la notizia della nostra iniziativa si è diffusa, non sappiamo come sono arrivati quelli della televisione e hanno fatto vedere ciò che stavamo facendo, così anche gli altri centri di accoglienza hanno organizzato giochi e attività per i bambini. Una sera sono arrivate alcune persone della nostra parocchia per fare un concerto, anche quello è stato un momento molto bello: anche chi era ospitato a casa nostra ha cantato, dimenticando per un attimo tutto. Piano piano sono tornati alla normalità. Anche qui sono arrivate le TV ed hanno fatto vedere tutto ciò in televisione.
Il 23 agosto il governo ci ha detto di rimandare a casa coloro che ospitavamo, chi non aveva ancora possibilità di un luogo agibile poteva spostarsi in un’altra scuola. Chi era a casa nostra non ha voluto andare in un altra scuola, perciò la maggior parte è tornata a casa, solo alcuni che non potevano vivere nella loro casa sono andati casa dei parenti. Il 22 sera abbiamo fatto un incontro per ringraziare tutte insieme Dio e tutti coloro che ci hanno aiutato fisicamente, economicamente, ect…. Ogni famiglia è tornata a casa con provviste per almeno due giorni e il necessario per pulire la casa. La gente è stata molto grata a noi per tutto cio’che abbiamo fatto per loro e tutti sono venuti a ringraziare; noi sappiamo che ha fatto tutto Gesù: noi ci siamo rese disponibili, e il resto l’ha condotto lui; umanamente non potevamo nemmeno immaginare di fare una cosa del genere con tutta questa gente senza l’intervento del cielo.