In India,News,Sorelle Ministre

Home Mission 2018

Quest’anno abbiamo organizzato una Home Mission in un paese che si chiama PUTHUVYPE. Abbiamo iniziato il 24 di Agosto in mattinata ed abbiamo finito il 26 sera con un incontro col parroco. Puthuvype è un paesino vicino al mare. Rispetto a Palarivattom e Perumpilly, è un luogo dove ci sono tanti poveri. La maggior parte degli abitanti sono pescatori ed hanno grossi problemi con il Governo Centrale che sta realizzando un progetto molto grande legato al gasolio che mette a rischio le loro persone e le loro attività. E’ da più di due anni che stanno protestando contro questo progetto, senza vedere risultati ed ora sono molto demoralizzati e impoveriti. Il parroco molto volentieri ha accettato la nostra proposta di Home Mission perché ha detto che hanno proprio bisgono di qualcuno che possa visitare le famiglie e portare ascolto e speranza. Visto che la situazione è abbastanza seria, abbiamo iniziato prepararci con la preghiera qualche mese prima di iniziare la nostra missione.
Il 24 mattina ci siamo incontrati nella chiesa parrocchiale ed il parroco ha spiegato un po’ la vita della parrocchia, poi ha fatto una preghiera speciale per noi e ci ha dato anche la sua benedizione. Eravamo 28 sorelle, ci siamo divise a coppie, ognuna accompagnata da un presidente dei gruppi famiglia. Ogni giorno abbiamo iniziato la nostra missione con la preghiera e la benedizione del parroco.
Una cosa che ci ha fatto impressione è la diversità nello stile di vita delle persone: una parte è ricca e un’altra poverissima, e per conseguenza hanno una totale diversità nel modo di vivere, nella cultura ed in tante altre cose… alcuni poi non hanno una vita morale e spirituale e vivono come vogliono. Le sorelle sono rimaste stupite nel vedere il loro modo di vivere con tanta leggerezza e nello stesso tempo ha fatto anche tanta tenerezza la loro povertà materiale e spirituale.
La cosa più bella che abbiamo trovato in tutte le case è stato che qualcuno che ci stava aspettando con tanto desiderio. Hanno pulito la casa, fatto la doccia, si sono vestiti bene… alcuni addirittura non sono nemmeno andati a lavorare, altri che erano fuori casa hanno chiesto di essere chiamati al nostro arrivo. Ogni famiglia ha condiviso con tanta libertà le proprie gioie ed i propri dolori con noi, come se anche noi fossimo membri della loro famiglia. Ci hanno confidato ciò che non hanno mai detto a nessuno, dicevano di aver tenuto dentro alcune cose che scottavano come fuoco, ma dopo averne parlato con noi si sono sentiti liberati da un peso che portavano da anni. La loro mentalità così aperta ci ha aiutato a parlare dell’importanza dei sacramenti, specialmente della confessione, ed anche della partecipazione della Santa Messa.
Siamo entrate in alcune case in cui si vive senza nessun tipo di speranza. Quando abbiamo sentito la loro sofferenza siamo rimaste senza parole: non sapevamo come consolarli. Alcune mamme hanno raccontato di essere tristi per i loro figli: una mamma raccontava che qualcuno ha ammazzato suo figlio quando aveva 24 anni, lei sa che sono stati i suoi parenti, però non ha potuto fare niente contro di loro, e in più ha dovuto vivere con la paura di essere ammazzata anche lei un giorno o l’altro. Nello stesso tempo non ha mai odiato queste persone, anzi ha sempre pregato per loro. Veramente la fede di una signora povera e non istruita ci ha fatto pensare e rivedere un po’ la nostra vita… In un’altra casa abbiamo trovato un signore ha avuto compassione di una ragazza sordo muta e così l’ha sposata, solo che dopo qualche anno lui si è ammalato ed è rimasto paralizzato. Vivono con due figlie che hanno 11 e 13 anni. Adesso questa signora va fare i mestieri nelle case e cerca di curare il marito e le figlie. Quel signore ci raccontava che lui voleva salvare una vita e invece adesso tocca a lui ricevere gesti di misericordia da lei, sentendosi umiliato e impotente… e cosi tante altre storie…
Il 26 sera verso le 19:00 ci siamo incontrati col parroco e abbiamo raccontato le necessità più forti espresse da chi abbiamo incontrato. Alcuni hanno bisogno di aiuto spirituale, altri materiale e qualcun altro di entrambi… l’episodio più triste che abbiamo vissuto l’ultimo giorno della visita è stato quello di un ragazzo di soli 16 anni che si è impiccato perché era entrato nel giro della droga, ma poi era stato scoperto e rimproverato dallo zio. Nel paese tutti gli volevano tanto bene perché era uno che aiutava anche nella Messa come chierichetto. Solo che è stato usato da qualcuno per i propri affari. Perciò abbiamo finito la nostra missione con un po’ di dolore, e nello stesso tempo, come sempre, abbiamo capito che nel mondo c’è bisogno di tanta preghiera. E’ necessario metterci davanti al Signore intercedendo come Mosè, perché il nostro mondo possa essere sostenuto.
Alla fine il parrocco ci ha dato un regalo: a ciascuna un paio di lenzuola, è la prima volta che una parrocchia ci fa un regalo… Perciò siamo tornate anche contente e grate della sorpresa!